Il termine psicoeducazione indica una metodologia, che punta a rendere consapevole la persona portatrice di un disturbo, ed i membri della sua famiglia, circa la natura della patologia di cui è sofferente e circa i mezzi per poterla fronteggiare.
Questa tipologia di intervento, di natura cognitivo – comportamentale, ha lo scopo di educare, informare, ridurre lo stress e il carico familiare aiutando il paziente a seguire il programma terapeutico in corso e prevenire le ricadute. Insegnando al paziente le abilità alla base di una comunicazione efficace (esprimere richieste in maniera positiva, esprimere sentimenti piacevoli e spiacevoli, ascolto attivo) e l’abilità di risolvere i problemi (problem solving). Le abilità di comunicazione efficace e il problem solving fanno parte delle “abilità di vita” (life skill) raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 1993).
Questo stesso tipo di approccio è stato utilizzato nel “chronic care model” per favorire l’autogestione delle cure nelle persone portatrici di patologie organiche croniche (come il diabete, l’ipertensione, lo scompenso cardiaco ecc.) con la formazione di un “paziente esperto”.